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Scajola: allo studio garanzie pubbliche sui debiti delle aziende

di Carmine Fotina

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22 ottobre 2008

Non solo i grandi settori, ma anche il mondo delle piccole imprese e dell'artigianato con agevolazioni fiscali o incentivi agli investimenti. È questa la linea del ministero dello Sviluppo economico per sostenere l'economia reale.
Se si punterà a una nuova campagna di rottamazione per la grande industria dell'auto e degli elettrodomestici, bisognerà nel contempo assicurare interventi che incidono più direttamente sul tessuto delle Pmi. «Sono strumenti che stiamo esaminando per un piano che sarà pronto tra qualche settimana» spiega il ministro Claudio Scajola alla domanda su una revisione del meccanismo del credito di imposta per ripristinarne l'automatismo o sull'introduzione di una "Tremonti-ter" per un'aliquota agevolata sugli utili reinvestiti.
Le risorse messe a disposizione dal governo per affrontare la crisi finanziaria, dice Scajola, dovranno incidere «sui diversi settori per incentivare non solo quello manifatturiero in crisi, auto e elettrodomestici, ma tutti i diversi settori economici per contrastare tutti insieme il rischio della recessione economica». Il piano di aiuti, comunque, aggiunge il ministro, dovrà essere "trasversale" ma anche commisurato alle reali possibilità di intervento alla luce dello stato dei vincoli di bilancio («non dobbiamo sfondare gli impegni con la Ue sulla riduzione del debito»). Ancora allo studio, senza pesare sul quadro di finanza pubblica, anche l'ipotesi di un provvedimento con il quale lo Stato assuma l'impegno di farsi garante dei debiti delle imprese in crisi o a corto di liquidità. «È uno degli aspetti che stiamo valutando», spiega anche in questo caso Scajola.
La garanzia pubblica sui debiti potrebbe concretizzarsi utilizzando e potenziando un fondo già previsto presso la Cassa depositi e prestiti o riattivando un Fondo per il salvataggio delle imprese in crisi, attivato nel 2007 ma poi sospeso. In parallelo, attraverso un accordo Confindustria-Abi che coinvolga anche lo Stato e Banca d'Italia, ai fini dell'erogazione di prestiti le banche potrebbero riconoscere il credito vantato dalle aziende nei confronti della Pubblica amministrazione (circa 70 miliardi).
Il sostegno al mondo delle imprese in chiave anti-crisi ruoterà comunque intorno al tema dell'innovazione. Il risparmio energetico e la conseguente riduzione dell'impatto ambientale saranno un leit motiv: si studia l'estensione degli aiuti di "Industria 2015". Uno dei bandi di gara del programma riguarda proprio l'"Efficienza energetica" ed è un capitolo su cui potrebbero esserci le prime novità, per agganciare la rottamazione di auto ed elettrodomestici alle spese in settori come l'edilizia o i motori elettrici. Senza contare la possibilità di estendere Industria 2015 ad altri comparti industriali rispetto a quelli individuati dal precedente governo (la possibilità dell'estensione è stata già inserita nella manovra estiva). Ieri, dopo l'appuntamento di Napoli, il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha raggiunto la sede dello Sviluppo economico a Roma per firmare un protocollo d'intesa sui brevetti. Dopo, si è svolto un incontro riservato con il ministro Scajola per una prima valutazione del pacchetto di proposte presentato dagli industriali. Nei prossimi giorni dovrebbero arrivare risposte ufficiali. Un possibile veicolo è il Ddl sviluppo (collegato ter alla Finanziaria) con un emendamento che ne ampli la portata. A questo proposito, ieri Scajola ha ricordato come nel Ddl Sviluppo siano già contenuti meccanismi per incentivare la ricerca e l'innovazione.
La ricerca e i suoi ritardi dominano gran parte del dibattito industriale. Ieri, con il protocollo firmato al ministero, è stato dato almeno un segnale. Lo Sviluppo economico insieme ad Abi, Confindustria e alla Conferenza dei Rettori delle Università italiane ha firmato un'intesa per avviare la valutazione economico-finanziaria dei brevetti. In pratica, le aziende avranno a disposizione un sistema per calcolare il valore della proprietà intellettuale, una carta in più da giocare nel rapporto con le banche per l'accesso al credito e al capitale di rischio.

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